domenica 4 luglio 2021

NON CHIAMATE LA MORTE VIRUS


 L ’ignoto genera in noi la paura, affossa la coscienza del conoscere nel vivere il presente. Dov’è l’uomo che scrutava il cielo alla ricerca della luce e in quale membrana di spazio tempo si è intrappolato. Il buio da cui l’uomo fugge adesso è in noi generato da un virus che si gonfia di morte di notizia in notizia come se l’uomo fosse sempre stato immortale, così imbavagliamo il respiro con una mascherina e pretendiamo da un vaccino l’antidoto per l’immortalità, dimenticando che la morte è già nell’uomo nel tempo di un tempo indefinito privandoci del presente per un futuro improbabile di benessere. L’uomo muore è sempre morto, il virus della morte è in noi invisibile e nessuna scienza è perfetta nell’imperfetto universo. Nessuno conosce quando viene la morte, il suo tempo incerto è nella certezza che verrà. Quante volte abbiamo udito fratello ricordati che devi morire, e quante volte abbiamo chiuso la porta alla verità. Il nostro sguardo insegue la felicità mentre la voragine del dolore è nell’invisibile lacrima che nascondiamo in noi. L’uomo è nato per amare e ama anche la morte per quanto non sia amata, l’unica verità che possiede l’uomo: l’amore genera amore, l’eternità è nel respiro della vita nel suo dono unico l’anima.

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