L ’ignoto genera
in noi la paura, affossa la coscienza del conoscere nel vivere il presente. Dov’è
l’uomo che scrutava il cielo alla ricerca della luce e in quale membrana di
spazio tempo si è intrappolato. Il buio da cui l’uomo fugge adesso è in noi
generato da un virus che si gonfia di morte di notizia in notizia come se l’uomo
fosse sempre stato immortale, così imbavagliamo il respiro con una mascherina e
pretendiamo da un vaccino l’antidoto per l’immortalità, dimenticando che la morte
è già nell’uomo nel tempo di un tempo indefinito privandoci del presente per un
futuro improbabile di benessere. L’uomo muore è sempre morto, il virus della
morte è in noi invisibile e nessuna scienza è perfetta nell’imperfetto
universo. Nessuno conosce quando viene la morte, il suo tempo incerto è nella
certezza che verrà. Quante volte abbiamo udito fratello ricordati che devi
morire, e quante volte abbiamo chiuso la porta alla verità. Il nostro sguardo
insegue la felicità mentre la voragine del dolore è nell’invisibile lacrima che
nascondiamo in noi. L’uomo è nato per amare e ama anche la morte per quanto non
sia amata, l’unica verità che possiede l’uomo: l’amore genera amore, l’eternità
è nel respiro della vita nel suo dono unico l’anima.
domenica 4 luglio 2021
NON CHIAMATE LA MORTE VIRUS
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