Ingabbia l’ego
la sua vittoria tra le onde dei giorni
poi vacilla nei versi d’amore
come un nessuno tra i tanti .
Cosa importa se di sponda in sponda
tra rive e promontori
vago alla ricerca del mio passato
mentre in me le illusioni e le fantasie
varcano i confini dell’irreale.
Così laboriosa è la vita umana
che mal mi sopporto
nel cedere al giorno la mia parte migliore .
Lascio che sia il tempo
la medicina giusta del morire
vivere lontano dai cipressi mi reca ansia
in quell’ego che massacro
per non essere vivo come gli altri .
Amare insulta la materia del corpo
potessi almeno essere orbo come il ciclope
toccherei il buio dove è più profonda l’anima
e sarei libero da ogni vincolo
guardando in me l’ego che non esiste.
Solo così potrei fondermi in quel cielo di stelle
da cui attingo emozioni
in respiri unici e inconfondibili.
Io nessuno in cerca di un ricordo
per dire chi sono io davanti a l’immenso
o è l’immenso che giace in me.
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