Nel buio di un mattino
il presente agli estremi sogni
ove io fossi mostrava il suo fine.
Sul letto il canto della morte
rubava gli anni alla gioventù
mai più i giorni resero il tuo sorriso
legato al mio respiro.
Non disperai né piansi
la vita tradiva la sua natura
mentre i miei silenzi
ingoiavano l’amaro eterno.
Legami solitudine al tuo andare
trascinami nell’onda del tuo destino
lasciami al tramonto di un addio
quando il giorno stanco delle sue ore
si lega alla notte e tende le mani alle stelle
così vicino a Dio
a quel respiro che mi diede vita e altre vite
a cui si ritorna
perché l’amore conosce i suoi momenti d’eternità
i silenzi e le lacrime
fragili come petali di rose
che non hanno tempo per essere amati
al primo sole di giorni nuovi
mai nati in primavera.
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