martedì 17 marzo 2020

IL LABBRO DEL CIELO



Quando trovai l’orma impressa del silenzio
vidi tra i cirri e oltre il vento
la più segreta parte della vita
e invano attesi la morte
in quel muto silenzio che di lei  s’imputridisce l’aria.
Nel gesto lusingato m’insinuai tra il velo e il volto suo
l’amor non rese dolce il labbro del cielo e la sua luce
la morte ingoia ogni sembianza umana
in noi giace l’oblio l’impressa illusione che genera speranza .
Così come in ogni  tramonto volge la sera  e un nuovo dì matura
noi distesi tra sogni e false verità
sordi quando l’anima vola nel silenzio di Morfeo
ci risvegliammo per ramazzar la notte dai suoi racconti .
La primavera è alle porte
spontaneo germogliar di rondini e fiori
suvvia amici nel suo soffio c’è la vita
in noi la vanità di supponenza .
Cosa vuoi che sia di ogni sventura
la morte è l’ultima stagione della sorte
brama chi nel suo seno giace dormiente
per poi svegliarsi in noi nel rimanente niente.

Nessun commento:

Posta un commento